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  • Dott.ssa Barbara Ponzinibio Psicologa
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RICONOSCERE E AFFRONTARE L'INSONNIA

Aggiornamento: 5 giorni fa


Gatto che dorme serenamente su un letto, simbolo del sonno profondo e ristoratore desiderato da chi soffre di insonnia.

L'Insonnia Cronica: Valutazione Clinica e Prospettive di Intervento Terapeutico



1. 🔍 Quadro Epidemiologico e Criteri Diagnostici dell'Insonnia


L'insonnia è un disturbo del sonno/veglia ampiamente diffuso. Analisi epidemiologiche recenti stimano che la prevalenza di sintomi correlati all'insonnia nella popolazione generale si attesti intorno al 10%, con significative ripercussioni sulla funzionalità diurna e sulla qualità della vita [1].

La diagnosi di Disturbo da Insonnia Cronica (secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition - DSM-5) si basa sulla persistente insoddisfazione relativa alla quantità o qualità del sonno, associata a uno o più dei seguenti sintomi [2]:

  • Difficoltà nell'inizio del sonno (latenza di addormentamento).

  • Difficoltà nel mantenimento del sonno, caratterizzata da frequenti risvegli notturni o difficoltà a riaddormentarsi dopo un risveglio.

  • Risveglio mattutino precoce, con incapacità di tornare a dormire.

Questi sintomi devono causare un significativo disagio clinico o compromettere l'area sociale, lavorativa, educativa, accademica, comportamentale o altre importanti aree funzionali. Per la cronicizzazione del disturbo, tale difficoltà deve manifestarsi almeno tre notti a settimana per un periodo di tempo di almeno tre mesi [2].

Elementi di Esclusione e Comorbidità:

È cruciale escludere che la sintomatologia sia esclusivamente attribuibile ad altre condizioni, tra cui:

  • Effetti fisiologici diretti di una sostanza (farmaci o sostanze psicoattive). In tal caso, si consiglia la revisione attenta del foglietto illustrativo (bugiardino) per la verifica degli effetti collaterali noti.

  • Il decorso di altri Disturbi del Sonno/Veglia (es. disturbo della respirazione sonno-correlata, narcolessia, disturbo del ritmo circadiano).

  • Un'eziologia primaria attribuibile ad altri disturbi mentali (es. Disturbo d'Ansia Maggiore o Disturbo Depressivo). Tuttavia, è da notare che l'insonnia è frequentemente in comorbidità con disturbi psicologici o in periodi di intenso stress psicosociale, agendo talvolta come fattore predittivo o conseguenza [3].


2. 🧠 Modello Cognitivo-Comportamentale e Intervento (TCC-I)


Il passaggio dall'insonnia acuta (situazionale) a quella cronica è spesso mediato da fattori psicologici e comportamentali. L'ipotesi eziologica predominante è il modello dei tre fattori di Spielman (Predisponenti, Precipitanti, Perpetuanti).

Nel contesto dell'insonnia cronica, un ruolo centrale è ricoperto dai fattori perpetuanti, in particolare:

  • Iperarousal Cognitivo/Fisiologico: L'eccessivo sforzo (tentativo di controllo) e la preoccupazione eccessiva di non riuscire a dormire, aumentano l'attivazione mentale e fisiologica, un meccanismo che è antitetico all'induzione del sonno.

  • Abitudini Disfunzionali: L'adozione di comportamenti errati nel tentativo di "compensare" il sonno perduto (es. restare a letto svegli, sonnellini diurni) altera l'omeostasi del sonno e il ritmo circadiano.

Intervento Terapeutico Raccomandato (Gold Standard):

Le linee guida cliniche internazionali, tra cui quelle dell'American Academy of Sleep Medicine (AASM) e del National Institute for Health and Care Excellence (NICE), riconoscono la Terapia Cognitivo-Comportamentale per l'Insonnia (TCC-I) come trattamento di prima linea, con o senza l'uso concomitante di farmaci [4, 5].

Componenti chiave della TCC-I e Consigli Ufficiali (Igiene del Sonno):

Componente TCC-I

Indicazione Professionale

Riferimento Ufficiale

Igiene del Sonno

Ottimizzare l'ambiente di sonno (temperatura, oscurità, silenzio) ed eliminare i fattori che ne interferiscono (es. caffeina, alcol, nicotina, uso di schermi luminosi prima di coricarsi) [6].

Linee Guida Ministero della Salute / ISS

Restrizione del Sonno

Limita il tempo trascorso a letto in base al tempo effettivo di sonno. Obiettivo: aumentare l'efficienza del sonno e la spinta omeostatica a dormire.

TCC-I, AASM [4]

Controllo degli Stimoli

Utilizzare il letto esclusivamente per dormire e attività sessuali. Alzarsi dal letto se si è svegli per più di 20 minuti e tornare solo quando si percepisce la sonnolenza.

TCC-I, NICE [5]

Rilassamento

Affiancare l'apprendimento e l'applicazione di tecniche di rilassamento (es. training autogeno o rilassamento muscolare progressivo) per contrastare l'iperattivazione somatica e cognitiva notturna [3].

Evidenza Clinica

Educazione sul Sonno

Comprendere i meccanismi neurofisiologici del sonno, il proprio cronotipo (allodola/gufo) e le esigenze individuali di sonno (lungo/breve dormitore), per allineare le aspettative al bisogno biologico.

TCC-I


Sebbene la Terapia Cognitivo-Comportamentale per l'Insonnia (TCC-I) sia riconosciuta come trattamento di prima linea per l'insonnia cronica [4, 5], un approccio psicologico umanistico-esistenziale offre una prospettiva complementare, suggerendo che le cause del disturbo possano risiedere in disagi psicologici e spirituali più profondi rispetto ai soli fattori cognitivi e comportamentali [7].

In questa visione, l'insonnia non è vista solo come un malfunzionamento del meccanismo sonno-veglia, ma come un sintomo o un messaggio che emerge da una mancata integrazione o accettazione di aspetti fondamentali dell'esistenza della persona:

  • Incapacità di "Lasciar Andare": Il momento di coricarsi costringe la persona a confrontarsi con il silenzio, l'immobilità e l'assenza di controllo (il "piccolo morire" del sonno). L'insonne, in quest'ottica, potrebbe resistere inconsciamente al sonno perché non riesce a sospendere l'attività incessante della mente, spesso legata a preoccupazioni esistenziali, progetti incompiuti o sensi di colpa.

  • Conflitto con l'Esistenza: L'insonnia può manifestare un conflitto interiore o una crisi di significato. La notte diventa il palcoscenico per pensieri intrusivi, dubbi sulla propria identità o angosce esistenziali (es. paura della morte, solitudine, libertà). Il vegliare notturno può rappresentare un tentativo (disfunzionale) di esercitare un controllo su una vita percepita come caotica o priva di autenticità [8].

  • Mancanza di Presenza: L'approccio umanistico enfatizza l'importanza di vivere in modo autentico e consapevole. L'insonnia può essere interpretata come il riflesso di un corpo che, durante il giorno, è stato ignorato o forzato, e che di notte chiede attenzione attraverso il sintomo.


Un intervento basato su questo approccio non si concentrerebbe solo sul sintomo, ma sull'esplorazione del significato che l'insonnia ha nella vita della persona e sulla promozione dell'autoconsapevolezza (mindfulness, terapia centrata sul cliente) per aiutare l'individuo a riconciliarsi con le proprie paure e accettare la vulnerabilità del riposo.


Riferimenti Bibliografici Aggiuntivi


  1. van den Berg, A. P. (2007). Insomnia and the struggle for life. Studies in Phenomenology and Medicine, 23, 1-15.

  2. Frankl, V. E. (1984). Man's Search for Meaning. New York: Washington Square Press. (Testo fondamentale per l'approccio esistenziale).

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